Jueves 18 de Julio, 2002
Mail-killer
Zamora denunció que recibió un mail condenándolo a muerte

BUENOS AIRES, jul 18 (DyN) - El diputado Luis Zamora, probable candidato a presidente, denunció hoy haber recibido un correo electrónico con una "condenda a muerte", en el que sus autores advierten que harán efectiva la amenaza si no abandona el país en el término de diez días. Al hablar por Radio La Red, el líder de Autodeterminación y Libertad adelantó que se disponía a hacer la denuncia penal y volvió a manifestar sus temores de las "prácticas inescrupulosas que tienen muchos de los que están en funciones de gobierno, o en las internas del partido que está en el gobierno".
Sostuvo que ayer por la tarde recibió un mail "donde una fuerza armada republicana (sic) dice, después de una serie de considerandos, que un tribunal supremo de justicia me ha condenado a muerte".
Según el dirigente, el texto señala textualmente que dicha fuerza decidió "autorizar a nuestras brigadas operativas a realizar acciones tendientes a demostrar la seriedad de nuestras decisiones, ejecutar las medidas si en diez el reo condenado Zamora no abandona el territorio de la República, una vez que haya tomado conocimiento de la condena".
"Me lo mandaron ayer. Firma una tal fuerza armada republicana, guerrilleros de Cristo Rey, brigada julio glorioso", precisó Zamora.
Ayer Zamora había dicho que no descarta un atentado contra su vida y posibles "agresiones" desde "el poder del Estado".

Pese a ello, Zamora volvió hoy a criticar a Néstor Kirchner y a Adolfo Rodríguez Saa por sus denuncias sobre un presunto magnicidio y por supuestos seguimientos de la SIDE, al cuestionar su "uso electoral".
Zamora recordó que sus denunciantes "forman parte del mismo partido" de donde supuestamente provienen esas amenazas.
En opinión del dirigente de izquierda, "están buscando a ver cómo aparecen en la tapa de los diarios y no cómo alentar en la población un sentimiento democrático de repulsa a que estas prácticas ocurran".
"A la SIDE la dirige (el presidente Eduardo) Duhalde, quien fue hasta hace un año uno de los socios más estrechos de Kirchner. No tiene ninguna seriedad", manifestó Zamora.
Además, sostuvo que "hubiera sido muy interesante que Kirchner hubiera hecho estas ddeclaraciones diez años atrás, cuando el menemismo empezó a tener fuerza en el poder y Kirchner usaba los votos que (el ex presidente Carlos) Menem le traccionaba, y él a su vez le daba a Menem los votos que tenía en Santa Cruz".
Por último, Zamora también criticó al plan económico de la precandidata por el ARI Elisa Carrió, elaborado por su asesor Rubén Lo Vuolo, al señalar que "es irrealizable, no tiene ninguna andadura, desconoce el mundo y las relaciones con el FMI".
"Me hacen acordar a las propuestas del FREPASO, de (Carlos Chacho) Alvarez, de Juan Pablo Cafiero, cuando iniciaron su camino en el Frente Grande", concluyó.

Publicado por lestat el 18 de Julio a las 06:44 PM


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redazione@altracitta.org adb@altracitta.org esto piensan de nosotros en italia que verguenza dios mio lean abajo Richiedi una copia saggio gratuita Dettaglio Notizia del: 29/1/03 Perchè un paese ricco e produttivo precipita in una crisi così tragica? Le responsabilità di governi e FMI secondo il professor Manuel Plana Indietro Morire di fame in Argentina Come possono esserci morti per denutrizione in Argentina paese che, secondo i dati della FAO, ha la maggiore disponibilità di alimenti pro-capite del pianeta? Nel 2001 l’Argentina ha prodotto circa 70 milioni di tonnellate di cibo, 2 tonnellate a persona; otto volte la media mondiale. Carne, mais, grano, tanto cibo che però non arriva a chi ne ha bisogno. Lo strangolamento dell’Argentina è stato lento ma progressivo; la crisi attuale ha le sue radici più recenti nella dittatura militare (1976-1983) e nei cattivi governi successivi fino all’elezione di Carlos Menem (1989-1999) che iniziò a far subire al popolo argentino i piani di aggiustamento strutturale imposti dal Fondo Monetario Internazionale. Negli ultimi quattro anni l’economia del paese si è frantumata sotto i colpi della recessione che ha causato la chiusura di molte imprese e il conseguente aumento della disoccupazione. Per comprendere meglio le ragioni di una crisi così profonda abbiamo chiesto il parere del professor Manuel Plana, docente di Storia dell’America Latina presso l’Università di Firenze. Esiste una causa per la crisi Argentina? In tutti questi anni nessuno ha voluto guardare al deterioramento dell’economia, realizzato in più di un secolo di errori; il debito estero, pubblico e privato, costituisce uno dei fattori centrali di questa caduta libera del paese. Durante che periodo possiamo datare l’inizio della crisi? L’inizio della crisi vera e propria va individuato nel 1973-‘74 quando ci fu lo shock petrolifero, fattore esterno che si accompagnò ad una serie di innovazioni tecnologiche che cambiarono il sistema di produzione. Questa situazione scatenò un aumento del deficit pubblico e, come conseguenza, l’inflazione in molti paesi dell’America Latina. Il 1982 che coincide con la fine della guerra delle Malvinas, vide salire al governo Alfonsin, che per combattere l’inflazione e il debito pubblico, adottò delle misure contraddittorie e inefficaci. In cosa si dimostrarono contraddittorie? L’Argentina all’inizio degli anni ’80 possedeva un’agricoltura fiorente e di esportazione, di contro le misure di Alfonsin non favorirono il settore industriale che restò legato al mercato interno, mentre paesi come Messico e Brasile riuscirono ad avere settori industriali competitivi. Con l’entrata in scena del presidente Menem, come si evolve la situazione? Il nuovo presidente arriva accompagnato da Domingo Cavallo che come ministro dell’economia pensò alla dollarizzazione del peso, misura responsabile della fuga di capitali verso l’estero e quindi dello scoppio della crisi culminata nella sollevazione popolare. Le colpe sono tutte da attribuire ai governi? Un’accusa viene rivolta al Fondo Monetario Internazionale quale co-responsabile delle politiche neoliberiste che hanno portato il paese verso il baratro. La responsabilità è da attribuire sia al Fondo che al governo, infatti la norma presidenzialista del sistema politico argentino ha portato ad un deficit democratico che colpisce come un cancro il paese, strangolato inoltre dalla corruzione. In cosa si dimostra questo deficit? La politica economica è gestita direttamente dal Presidente della Repubblica con un gruppo ristretto di collaboratori. In uno scenario del genere un personaggio come Cavallo può essere ministro di Menem e successivamente di De la Rua, diventando così alla fine il personaggio chiave della situazione odierna. di Elena Martelli Stampa Metti negli appunti Spedisci l'Altracittà - giornale della periferia www.altracitta.org | redazione@altracitta.org c/o Studio Metamorfosi - Via Barellai, 44 - 50137 Firenze +39 055/601790 | +39 339/6675294 Un grande ringraziamento per l'ospitalità a: Webdev e OpenLab Escrito por martin el 20 de Marzo a las 09:46 AM
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